Un mercato che agita i bianconeri
La Juventus si prepara al Mondiale per Club 2025, un torneo che segna una nuova era per il calcio globale. La squadra di Igor Tudor vola a Washington D.C. con ambizioni, ma anche interrogativi. Il tecnico croato, confermato da Damien Comolli, guiderà i bianconeri nel gruppo G contro Al-Ain, Wydad Casablanca e Manchester City. Tudor ha firmato un rinnovo fino al 2027, con opzione per un ulteriore anno, mostrando fiducia nel progetto. La rosa, ridotta a 28 giocatori, vede assenti gli infortunati Perin e Cabal. L’obiettivo minimo è superare la fase a gironi, ma il torneo rappresenta un banco di prova per testare la solidità della squadra. La Juventus punta a sfruttare l’esperienza internazionale per rilanciarsi, dopo una stagione altalenante in Serie A, aspettando il mercato.
Tra dubbi e incertezze
Il mercato, però, tiene banco e alimenta incertezze. Dusan Vlahovic, pilastro dell’attacco, è al centro di dubbi contrattuali: Comolli incontrerà il serbo per chiarire il suo futuro, ma un addio non è escluso. La società lavora per blindare talenti come Yildiz, con un possibile prolungamento fino al 2030, mentre monitora obiettivi come Castro del Bologna. I prestiti di Conceição e Kolo Muani sono stati prolungati per il torneo, ma il destino di entrambi resta in bilico. Rugani e Kostic, di ritorno dai prestiti, si aggregano alla squadra. La Juventus cerca rinforzi, con Marcus Rashford nel mirino dalla Premier League. Tuttavia, le voci su Cambiaso e Di Gregorio, corteggiati da Milan e club esteri, complicano i piani. Il club deve bilanciare ambizioni immediate e progetti a lungo termine.
Il mercato passa dal Mondiale per Club
Il Mondiale per Club offre alla Juventus una vetrina unica per dimostrare il proprio valore. Tudor esalta giocatori come Douglas Luiz, lodandone la visione di gioco, ma il brasiliano deve riscattarsi dopo un’annata deludente. La competizione, trasmessa da DAZN e Mediaset, vedrà i bianconeri affrontare un calendario intenso, con partite che testeranno la tenuta fisica e mentale. Il nuovo format a 32 squadre, voluto dalla FIFA, promette spettacolo, ma anche insidie. La dirigenza, con Comolli al timone, punta a costruire una squadra competitiva per il 2025/26, ma il torneo statunitense sarà decisivo per definire le strategie future. Superare il girone rappresenterebbe un segnale forte, mentre un flop potrebbe spingere la società a rivedere i piani. La Juventus si gioca molto: il Mondiale non è solo un trofeo, ma un’occasione per rinascere.