La Juventus vola in classifica e sul campo, anche grazie al sodalizio ritrovato tra Allegri ed i tifosi. La prova di forza dei bianconeri contro la Lazio ha spazzato via le critiche post Bologna ed ha candidato con convinzione la Signora ad un ruolo da protagonista. Senza l’Europa, la Juve può provare a sognare il tricolore; non sarà semplice, vista anche la forza dell’Inter, ma lo scudetto deve tornare ad essere un obiettivo. Ma torniamo ad Allegri. Il tecnico livornese ha saputo far ritrovare fiducia al popolo bianconero (che gli ha dedicato un coro dalla Curva) grazie ad una sua piccola metamorfosi tattica, spinta ed “indirizzata” forse anche dalla Società in estate.
Come? Con un gioco finalmente più offensivo ma anche meno ragionato e macchinoso. Velocità in primis dunque: il manifesto di questa nuova mentalità è quel lancio di McKennie a cercare Vlahovic, in occasione del terzo gol di Madama (il secondo del serbo).
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Novità assoluta per Allegri è anche quell’inizio quasi furibondo, agonisticamente parlando, con una Juve riversata nell’area avversaria fin dalle prime battute. 3 gol, 3 punti, Lazio battuta, Sarri superato e umiliato nel suo stadio probabilmente meno amato. Tutte rose e fiori? Calma. Non basta certo una proiezione più offensiva per far tornare il sereno sopra la Torino bianconera. Anche perché altrimenti verrebbe da chiedersi come mai il tanto sospirato cambiamento non sia avvenuto prima. Bastava quindi attaccare di più e difendersi di meno? Sembra in effetti troppo semplice, quasi “infantile”. Diciamo piuttosto che la Società ha forse dato ad Allegri finalmente qualche arma in più per attaccare con più convinzione (vedi Cambiaso e Weah). E forse, come detto sopra, i dirigenti della Signora hanno spinto il livornese al cambiamento durante l’estate.
Niente facili entusiasmi quindi, la strada è molto lunga e la mancanza della Champions League si farà ancor più sentire questa settimana. Ma un piccolo, cauto ottimismo sì, al popolo bianconero è concesso.