Parole al miele per Max Allegri da parte di Moise Kean. L’attaccante della Juventus, intervistato da Dazn, si è confessato sulla sua carriera, sui suoi hobby…e sul suo rapporto con il tecnico, definito come “un padre”.
Rapporto con Allegri? Ottimo rapporto, mi ha fatto capire quando facevo cavolate e quando facevo bene. È stato un papà sportivo, a volte litighiamo ancora ma alla fine ci vogliamo bene anche se non ce lo diciamo.
La mia infanzia? Giocavo a calcio in oratorio, una volta avevamo fatto la partita alle 10 di sera, poi il Don ci ha beccati, ha chiamato la polizia e siamo scappati. La maggior parte di loro o sono in carcere o non si sa dove sono, mi sento molto fortunato, molta gente che viene dalla mia situazione non riesce a uscirne. Quando ho fatto l’esordio in prima squadra, a 16 anni, mi sono detto: “Ok, sono fuori dalla m***a”.
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Allegri, l’affetto di Kean: “Come un padre”
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Mio figlio? Si chiama Marley, ha quattro mesi, ho un tatuaggio per lui. Mi sono cambiate tante cose, prima di agire ci pensi 20 volte, pensi sempre a lui, ma tutto è successo in poco tempo, da quando l’ho preso in braccio. Perché non lo sapeva nessuno? Non lo so, non mi piace andare a dire le mie cose in giro, sono molto privato. Non lo sapeva nessuno fino a quando ero andato in ospedale perché ero assente. Erano scioccati.
Leao e McKennie sono due fratelli, spesso li invito a casa mia per fare musica. Nicolussi-Caviglia è un po’ un mio gemello, mi conosce più di tutti qua dentro. Prima che sto per dire una cavolata mi dice di non dirla, mi conosce troppo bene, è la mia guida. Quando non capisco qualcosa chiedo ancora ad Hans. Anche gli esercizi che magari non ho capito, chiedo a lui. E’ una persona speciale per me, è molto aperto anche se ascolta la musica peggiore.