Gianluigi Buffon si confessa al Tg1, come riportato da Tuttomercatoweb. Ed emerge un ricordo ancora particolarmente vivido. Era l’11 aprile 2018 quando il grande portiere bianconero venne espulso nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League contro il Real Madrid. Un fatto che l’ex campione ancora non riesce a spiegarsi: “Il rosso contro il Real Madrid? L’espulsione non mi ha ferito ma il rigore concesso nel recupero in una partita epica, quello sì. Senza dubbio la più bella gara a cui ho partecipato e che sarebbe potuta entrare nei libri di storia. Ancora adesso non ho capito perché mi ha espulso ma ormai è passato qualche giorno”.
Nel resto dell’intervista, Buffon ha parlato delle motivazioni che lo hanno spinto a diventare un portiere: “Lo sliding doors della mia vita è stato nel 1990 quando ho cambiato ruolo per essermi preso questa cotta per la porta. Ero un ragazzino ma non ero più giovane: sono diventato portiere a 12 anni e ho esordito in Serie A a 17. Qualcosa di allucinante, in campo per Parma-Milan. Ho giocato per tante ragioni soprattutto per obiettivi personali e anche per valori come la riconoscenza e poi per sfidare i limiti e ingaggiare me stesso, vedere fino a che punto sarei potuto arrivare con un livello di performance alto”.
Non è mancato qualche aneddoto sull’avvocato Giovanni Agnelli: “Erano molto singolari le sue telefonate all’alba. A due non ho risposto e prontamente mi chiedeva perché non avessi risposto alle 5.30 del mattino. Una sorta di provocazione e io sono sempre rimasto al gioco”.