Ora, vengono fuori le ultime dichiarazioni di Leonardo Bonucci, il quale si lamenta di non aver chiuso la carriera alla Juventus, esprimendo il desiderio di tornare. Tutto lecito, caro Leo. Anzi, per certi versi è impossibile che non sia gradito: nel caos generale dimostrato in estate, fa sempre piacere sapere di essere la storia principale di un calciatore.
Ma la verità, caro Bonucci, è che se non hai chiuso la carriera alla Juve è solo colpa tua. Perché, diciamocelo chiaramente: quale società ha tutto questo interesse a mandare via i suoi simboli, dopo decenni che vestono la maglia? Non ha nessun senso.
C’è un solo discrimine, e mi si perdonino le espressioni forti: non rompere i coglioni. Non farlo a livello economico (come se poi non fossero sempre stipendi alti), non farlo a livello sportivo. Superata l’età massima in cui si può essere ancora perni della squadra, ovviamente. Limite che il caro Leo aveva travalicato da qualche anno. Se queste due condizioni vengono rispettate, a meno di persecuzioni complottistiche improbabili e francamente pure ridicole, qualunque bandiera riesce a chiudere la sua carriera nella squadra dove ha giocato per gran parte della sua vita calcistica. Basta stare lì, mettersi a disposizione senza alcuna pretesa: né di impiego sul campo, né ovviamente sullo stipendio. È semplice.
Altrimenti ci sono solo due possibilità: la sua volontà di chiudere altrove, o la rottura di scatole su uno dei due aspetti appena citati. Tertium non datur. L’ultimo big ad andarsene fu Alessandro Del Piero. Perché? Sostanzialmente, non accettava ruoli da comprimario ormai inevitabili vista l’età, e fiutando la polemica, l’anno prima dell’addio, aveva proposto un “contratto in bianco” con un video su internet che mise la società alle strette: o tenerlo a qualsiasi costo o “esonerarlo”. Si scelse la seconda via. Traumatica, ma impossibile da evitare, a meno di non sottomettersi al giocatore.
Se Alessandro Del Piero non avesse mosso alcun problema sulle due questioni oggetto di questa analisi, avrebbe chiuso in bianconero senza neanche passare dal “via” e nessuno si sarebbe opposto. Allo storico numero 10 va dato un merito però: dopo la partenza, non ha alimentato ancora polemiche eccessive. Ha accettato la decisione della società ed è andato ad affrontare nuove residuali sfide. Senza rompere i coglioni. Cosa che il signor Bonucci proprio non riesce a smettere di fare.
Dunque caro Leo, chiudiamo con un consiglio: anche basta con questa storia. Accetta serenamente come sono andate le cose, accetta le tue responsabilità, perché ci sono eccome. E allora sì che saremmo lieti, da tifosi, di accoglierti. A braccia aperte.