Ci siamo rammaricati molto alla notizia. Perché a Nicolò Fagioli molti di noi si sono affezionati da tempo. Per la sua dedizione alla maglia, come avevamo già sottolineato in passato, oltre che per le sue qualità sul campo. Quando arriva una sberla simile sull’onorabilità di un nome, ovviamente la prima reazione è di malafede. Malafede triste, cupa, manichea, magari sorpresa ma comunque irrimediabilmente delusa.
Una delusione che – è bene precisarlo – non è scomparsa. Fa male che un ragazzo con tante qualità sportive si sia suicidato sportivamente e moralmente in questo modo. Ma siamo tutti esseri umani, siamo deboli, ciascuno a modo proprio. L’emersione della ludopatia ci ha fatto riflettere un pochino. Perché le dipendenze sono una brutta bestia, di qualsiasi genere siano. Non a caso vengono identificate come patologie mentali. Un bisogno spasmodico di eseguire sempre la stessa azione, in questo caso il gioco d’azzardo, senza soluzione di continuità, senza mai riuscire a dire basta. Diego Maradona aveva parlato della sua dipendenza dalla cocaina come “una lotta continua” e non fatichiamo a credergli. La dipendenza è una prigione dalla quale è difficilissimo uscire. E non tutti hanno la stessa forza di volontà. Ma anche chi è più dotato in tal senso, spesso potrebbe aver bisogno dell’aiuto di altri. Non siamo invincibili, non siamo sfingi. Siamo tutti potenziali peccatori, in qualsiasi modo vogliate intendere il concetto di “peccato”, di difetto, di limite. Magari prima di cadere pensiamo che non lo faremo mai. Poi inizia il tunnel, e la questione cambia parecchio.
La cosa ottima della pessima esperienza di Fagioli riguarda la sua reazione dopo essere stato scoperto dalle forze dell’ordine. Non si irrigidisce, riconosce l’errore, sicuramente consigliato dai legali, ma non è questo il punto, bensì l’approccio costruttivo, l’ammissione del problema e la necessità di affrontarlo e curarlo. Questo ci fa guardare con un barlume di ottimismo al futuro del ragazzo. Con l’augurio sincero di uscirne davvero, al più presto. Perché l’umanità conta di più di qualsiasi carriera. Nicolò dovrà pagare per i suoi errori, ma dovrà anche essere aiutato. Perché da soli difficilmente riusciamo a liberarci dei nostri demoni, in quanto esseri umani imperfetti e spesso deboli.