L’ex portiere della Juventus Gigi Buffon ha rilasciato un’intervista dove, tra i temi trattati, ha parlato anche della sua depressione e delle scommesse…
La Juventus deve fare i conti con un altro infortunio durante la sosta delle nazionali, per Juan Cabal la stagione finisce qui. Il terzino che stava pian piano convincendo sempre più tifosi e addetti ai lavori ripartirà in bianconero dalla prossima annata. Motivo per cui Cristiano Giuntoli si sta guardando attorno per capire quali opportunità sfruttare, considerando anche altri due casi: Bremer e Milik.
Oltre alle questioni di campo ci sono anche quelle relative all’extra. Infatti una delle bandiere più grandi della storia della Juve, Gigi Buffon 685 presenze secondo solo ad Alessandro Del Piero 705), ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Ecco alcuni estratti, soprattutto dove si sofferma sul caso scommesse che lo vide al centro di polemiche:
Le scommesse.
Parliamone
È la sua debolezza
Lo è stata, fino a quando non ho trovato il mio centro. Per qualcuno è un vizio. Per me era adrenalina. Di una cosa sono certo: non ho mai fatto nulla di illegale. Infatti non sono mai stato indagato, non ho mai ricevuto un avviso di garanzia. Perché non ho mai scommesso sulla Juve o sulla Nazionale o sul calcio. Ho sempre e solo scommesso sul basket americano e sul tennis. Ora al massimo vado due o tre volte l’anno al casinò. Ma non ne sento il bisogno
Ogni tanto però la cosa torna fuori
È successo due volte. La prima nel 2006, al tempo di Calciopoli, quando nel mirino c’era la Juve. Ero a Coverciano, solita stanza 209, ritiro premondiale. Venne da me il nostro dirigente accompagnatore, con cui avevo un rapporto speciale, Gigi Riva: “Se hai fatto qualche cazzata, dimmelo”. Risposi, con una punta di sadismo: “Gigi, mi conosci. Quindi conosci già la risposta”. Qualche giorno dopo venne a dirmi: “Ho preso la mie informazioni. Avevi ragione tu”
La seconda volta?
Era il 2012, prima dell’Europeo. Dormivo beatamente nella stanza 209, quando arrivò la polizia. Nel ritiro della Nazionale, alle 5 del mattino, con le telecamere fuori: i giornalisti erano stati avvertiti. Erano lì per Criscito. Lo trovai ingiusto, e lo dissi. Criscito non ebbe un giorno di squalifica; intanto però perse l’Europeo. Io fui convocato in procura. Ero talmente sicuro di non aver fatto nulla che andai da solo, senza l’avvocato. E ci rimasi male nel vedermi torchiato. Sempre con le stesse domande. Alle quali ho sempre dato le stesse risposte. La verità: non ho mai scommesso sul calcio
L’ex capitano e bandiera juventina
Ex Juventus, Gigi Buffon: le scommesse sono state la mia debolezza, ecco come sono uscito dalla depressione
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Come ne è uscito?
Rifiutai i farmaci. Ne avrei avuto bisogno, ma temevo di diventarne dipendente. Dalla psicoterapeuta andai solo tre o quattro volte, ma mi diede un consiglio prezioso: coltivare altri interessi, non focalizzarmi del tutto sul calcio
Quali altri interessi?
Fu allora che scoprii la pittura. Andai alla Galleria d’arte moderna di Torino. C’era una mostra di Chagall. Presi l’audioguida. Davanti alla Passeggiata rimasi bloccato per un’ora. È un quadro semplice, raffigura Chagall con la moglie Bella mano nella mano; solo che lei vola. Il giorno dopo, tornai. La cassiera mi disse: guardi Buffon che è la stessa mostra di ieri. Risposi: grazie, lo so, ma voglio rivederla
Non si guarisce così facilmente da una depressione.
Certo. Ma la mia vita è stata davvero così: cadere, rialzarsi. Ho fatto errori, come tutti, e non li ho mai nascosti