Giuntoli non è solo un uomo mercato ma nella Juventus ha subito trovato il suo ruolo e anche la squadra ne ha giovato.
Per molto tempo, sin dalla partenza di Giuseppe Marotta e persino durante l’operato di Fabio Paratici e di Federico Cherubini, i tifosi juventini hanno invocato a gran voce l’arrivo di un direttore tecnico o direttore generale degno di tal nome. Si sa, una squadra forte è quella che ha alle spalle una società forte e quindi la presenza di un dirigente autorevole e navigato è senza dubbio un tassello fondamentale. Per questo molti sostenitori della Vecchia Signora quest’estate hanno esultato quando il nome di Cristiano Giuntoli è stato accostato a quello della Juventus.
Dopo l’ultimo turbolento e discusso campionato, John Elkann ha voluto puntare su quello che è considerato il miglior dirigente sportivo, insieme all’esperto Marotta, italiano. Il curriculum di Giuntoli parla chiaro, con i successi a Carpi con tanto di scalata fino alla massima serie e poi gli otto anni passati a Napoli, dove con poche risorse ha portato giocatori molto interessanti e allestito una squadra capace di centrare da anni la qualificazione alle coppe europee, ma persino di vincere lo scudetto, sebbene in un campionato alquanto anomalo.
Arrivato alla Juventus, Giuntoli si è subito dovuto calare in una situazione difficile, con l’esclusione dalle coppe (sebbene la squadra si fosse guadagnata in campo il diritto di parteciparvi) e il conseguente mercato bloccato. Tuttavia l’ottimo Cristiano, un uomo abituato alla cultura del lavoro, è riuscito a trattenere i pezzi migliori e ha chiuso in attivo il bilancio estivo, grazie ad alcune cessioni importanti, senza tuttavia indebolire l’organico. Ma il ruolo di Giuntoli va oltre. Se la squadra è praticamente la stessa dello scorso anno, ma il suo rendimento è molto migliore, un merito va, oltre che alla capacità di Massimiliano Allegri di guidare il gruppo e al valore dei singoli giocatori, anche alla presenza di Cristiano Giuntoli.
Il football director della Juventus è stato un calciatore, quindi profondo conoscitore di spogliatoio e campo, quindi un anello di congiunzione fondamentale tra squadra, tecnico e società. Il suo sentirsi e confrontarsi quotidianamente con Allegri, di valutare giorno dopo giorno il borsino della squadra e la capacità di testare la situazione tra campo e fuori, hanno avuto un peso non indifferente a questa rinascita bianconera.
Certo, i tifosi ora aspettano da Giuntoli movimenti importanti di mercato a gennaio, per cercare di completare la rosa e centrare gli obiettivi. La sua capacità, mostrata a Napoli, di scovare talenti con poche risorse, forse è ciò che adesso manca alla Juventus, dopo anni di vacche grasse non sempre sfruttati per portare campioni a Torino. Dopotutto se ancora oggi a Napoli il suo ex presidente Aurelio De Laurentis manda frecciatine e accenna a malumori verso il suo ex dirigente, a differenza di Giuntoli invece che ha sempre parole di ammirazione e gratitudine verso la sua società azzurra, un qualcosa deve pur significare. Forse, dopo Cristiano Ronaldo, oggi il vero fuoriclasse juventino è ancora una volta un Cristiano, ma Giuntoli.