Luca Lucci, tra i capi della Curva del Milan, negli anni ha avviato una vera e propria ascesa da pluricondannato a “imprenditore”…
L‘inchiesta Doppia Curva sta portando a galla tutto il marcio che c’è dietro il mondo della parte tossica del tifo organizzato di Milan e Inter. Andiamo a ripercorrere alcune tappe ed episodi inquietanti del dietro le quinte del tendone da circo del calcio, dove l’amore per la propria squadra è la maschera da clown che molti indossano per coprire l’unico interesse della propria vita: fare soldi illegalmente.
Andiamo ad analizzare la parte rossonera con Luca Lucci come “personaggio” (così si autodefiniva) centrale nella vicenda. Infatti è dalla sua figura di pluricondannato che parte tutto, o che comunque il suo nome riconduce a vicende attenzionate dalla Procura di Milano:
- 2009 condannato a 4 anni per aver fatto perdere un occhio con un pugno a un tifoso interista (Virginio Motta, che in seguito morì suicidandosi nel 2012); la pena era stata ridotta a 1 anno e 4 mesi con il patteggiamento. Prese il DASPO (Divieto di Accesso alle manifestazioni SPOrtive), il suo posto in curva lo prese il fratello.
- Nel giugno del 2018 viene arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti, centro del traffico era il Clan 1899, storico bar di ritrovo per i tifosi milanisti a Sesto San Giovanni. Patteggia 1 anno e mezzo.
- Nel 2021 viene arrestato ancora per traffico di droga, servendosi di un telefono con utenza olandese e utilizzando software criptati, dietro il nickname “Belva Italia” – intratteneva rapporti con narcotrafficanti di Stati come Marocco e Brasile. Patteggia di nuovo, ma questa volta la pena è più alta: 7 anni e 4 mesi di carcere, poi trasformati in domiciliari.
Chi è il capo della Curva del Milan
Inchiesta Curva Milan, l’ascesa di Luca Lucci: da pluricondannato a “imprenditore”
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Luca Lucci, 42 anni, soprannominato “il Toro” è diventato capo ultras del Milan nel 2009, ereditando la “carica” da Giancarlo Lombardi, detto “Sandokan”. Da lì in poi l’escalation di reati sopra citati. Sono diverse le attività in cui Lucci ha messo le mani negli anni. Tra queste anche la società Kobayashi srl, aperta nel 2017 per la gestione di locali e l’organizzazione di eventi, insieme anche a Lombardi (col quale però poi i rapporti si sono deteriorati). Poi apre Italian Ink, franchising di barberia e tatuaggi con 10 sedi: Bresso, Brussero, Cologno Monzese, Franciacorta, Garda, Milano, Monza, Novate, Riccione e Rosate.
Proprio questo business al centro di molte intercettazioni, con l’amicizia con Fedez usata per fare ancora più soldi. Infatti il rapper aveva chiesto proprio a Lucci di trovargli un bodyguard, precisando: “Mi serve una persona fidata un po’ skillata (qualificata, ndr), non dico un ex sbirro, però, tipo. Qualcuno che ha lavorato con i calcia tori, che ha lavorato per il Milan. Non tatuaggi del duce in faccia, no, no”.
A quel punto Lucci propone Christian Rosiello (arrestato nell’operazione Doppia Curva), da quel giorno diventerà l’ombra di Fedez. Anche la notte tra il 21 e il 22 aprile quando ci fu il pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino.
Nell’ultimo periodo però Sandokan (Giancarlo Lombardi) stava provando a riprendersi il posto da capo ultras rossonero, sfruttando l’assenza causa DASPO) di Lucci. Ma ci fu un’aggressione fuori dall’Old Fashion tra i luogotenenti di Lucci e Lombardi, costretto a scappare protetto dai bodyguard del locale milanese. Questo perché durante la detenzione Lucci aveva stretto rapporti con persone di spicco della criminalità, tanto da far entrare nel direttivo della Sud i “platioti” (abitanti di Platì, comune calabrese in provincia di Reggio Calabria) di Corsico e Buccinasco, emissari del clan Barbaro della ’ndrangheta.
E adesso arriviamo al business di Italian Ink. Sfruttando il nome di Fedez avrebbero attirato clienti soprattutto stranieri. A raccontare il sogno del “Toro”, un anno fa, intercettata, è la contabile della Sud, Raffaella Grassi (solo perquisita): “Mi ha detto: adesso gli parlo con Fedez, perché se vuole aprire Fedez, gliene faccio aprire uno in Duomo, perché anche se paga 30 mila euro di affitto… però, lui e la Ferragni… vengono gli stranieri, mi faccio pagare mille euro un tatuaggio scritta. Ma lui (Lucci, ndr) su questo è un imprenditore. Lui le idee ce l’ha. Vedrai che lo fa. Quello è vero, cioè sul negozio di Fedez, puoi farlo pagare quanto vuoi il tatuaggio, non credo sia un problema in effetti”.
Inoltre Lucci alla sua contabile confidava: “Diventeranno una miniera d’oro. Sai perché siamo stati dei geni? Perché non mettiamo un euro in nessun negozio. Stiamo dando in concessione il marchio. E abbiamo una percentuale”.