Inter-Juventus: vincono i nerazzurri e fanno un passo forse decisivo per lo scudetto. In una gara complicata
Inter-Juventus, la sfida delle sfide, ha visto – alla fine – i nerazzurri prevalere sui bianconeri. Non soltanto per la rete di misura, peraltro piuttosto casuale e confusa e culminata nella stramba autorete di Federico Gatti, ma anche per una superiorità dimostratasi maggiore rispetto a quella – risibile – della gara d’andata terminata in pareggio allo Stadium.
Inter-Juventus, le pagelle del Corriere della Sera
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Le valutazioni del principale quotidiano italiano promuovono solo Bremer, oltre che Szczesny (ma quando è il portiere ad essere autore di una grande prestazione, spesso non è una buona notizia). Il resto della squadra bianconera ha patito evidenti difficoltà durante il match.
7 Szczesny: Con il nemico in casa, e il fuoco amico, nulla può sul gol. Riflessi da fotocellula su Barella, che
gli tirava da pochi passi; poi stoppa anche Arnautovic.
5,5 Gatti Impacciato e sfortunato, sul patatrac dell’autorete. Prima, sorvolato dal cross, rischia grosso su
Dimarco che gli era scappato alle spalle, sul secondo palo. Nella
ripresa, sfiora il pari da fuori.
7 Bremer Ovunque e comunque: salvataggio da chiudersi gli occhi, levando un tiro ad alta percentuale
dai piedi di Thuram, con scivolatona in mezzo all’area; poi, sullo stesso, spallata pericolosa, ma efficace. E
altre chiusure meglio del Bostik.
6 Danilo Campione di flipper nei rimpalli in zona pericolo, spende un giallo per sabotare una ripartenza.
5,5 Cambiaso Avvio da niente di nuovo sul fronte occidentale, costretto in trincea dagli assalti di
Dimarco, fatica a spingere e ad accentrarsi. Solo un filo meglio nel secondo tempo.
6,5 McKennie Subito tra i più svegli, con una transizione verticale e (quasi) letale, aveva costruito la
miglior palla gol juventina.Insomma, uno dei pochi elettrici.
5,5 Locatelli Piazza il posto di blocco tra Calhanoglu e Thuram, con qualche utilità. Dopodiché, al
solito, gli tocca abbassarsi, e non per la «salida lavolpiana» e la costruzione dal basso, ma per rincorrere il turco dell’Inter.
5,5 Rabiot Meno palla al piede del solito, però spesso non controlla i lanci, non semplici, con cui lo cercano. Aumenta la spinta nella ripresa, non la precisione.
5 Kostic Terzino di sera (cioè sempre), e con qualche difficoltà, ala di giorno (cioè mai).
5,5 Yildiz Come fosse divorato dal «miedo escenico» di San Siro: fatica a innestare le sue marce, e quando
riparte, lo disarmano.
5,5 Vlahovic A sportellate, furiose, dall’inizio alla fine. Però, sbaglia le due cartucce che gli passano: nel
primo tempo, con uno stop da procedura d’infrazione; nel secondo, lisciando la girata mancina.
5,5 Chiesa Pianta un affondo, ma smarrisce presto i suoi sentieri: e, quindi, tanti saluti al contropiede.
5 Weah Gli stop approssimativi ne annullano la voglia di attaccare, e spreca fiato (inutilmente)
bisticciando con Vlahovic.
5,5 Allegri Chissà se sulla lavagna c’era altro, ma il dato empirico del prato racconta di una partita
allestita per non perdere: assetto subito ribassato e primo tiro nello specchio dopo 70 minuti