Juventus, con la vittoria sulla Roma, Allegri diventa l’allenatore che più di tutti in Serie A ha vinto per 1-0, simbolo del suo credo calcistico.
Il grande Nils Liedholm soleva dire che una partita senza errori dovrebbe finire sempre per 0-0. Per i puristi del calcio quindi una partita ricca di gol è anche piena zeppa di errori. Secondo questa ideologia quindi una vittoria per 1-0 è l’apoteosi della tattica perfetta. E quando si parla per 1-0 non si può ormai non definire questo risultato come “corto muso”.
Un’espressione questa coniata da Massimiliano Allegri nella sala stampa dello stadio Paolo Mazza di Ferrara nell’aprile del 2019 e che oggi più che mai sembra un dogma, oltre che una sentenza. Quest’anno diversi big match sono stati vinti con questo risultato dalla Juventus contro Milan, Fiorentina, Napoli e Roma. Fa eccezione la gara conto l’Inter allo Stadium, dove i nerazzurri raggiunsero i bianconeri dopo il gol del vantaggio siglato da Dusan Vlahovic, sebbene il pareggio di Lautaro Martinez sembrò viziato da un fallo di Danzel Dumfries su Federico Chiesa.
La Juventus di Allegri una squadra incentrata sulla difesa
Juventus, Allegri re degli 1-0
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E proprio dopo la vittoria sulla Roma di Josè Mourinho, Max Allegri ha anche battuto un record importante: con 76 vittorie per 1-0 in Serie A è il tecnico con più partite vinte con questo risultato, staccando Carlo Ancelotti che ne ha 75. Insomma, il “corto muso” è la firma di Massimiliano Allegri. Al di là di tutto ciò, però, va detto che dietro questi numeri si cela ben altro. La Juventus con la cura Allegri è diventata una squadra vera, blindata in difesa, compatta, votata al sacrificio, per nulla spaventata dal dover soffrire e animata da un cinismo e da una cattiveria eccezionali.
Una squadra che ha saputo trasformare i limiti in certezze, le mancanze in punti di forza e nonostante la poca considerazione e sfiducia di inizio stagione oggi è seconda in classifica, a sole due lunghezze dalla favoritissima Inter. Cosa è cambiato rispetto alla scorsa stagione? Forse le risposte sono molteplici. L’aver perso qualche giocatore forse più interessato al proprio palmares nazionale piuttosto che al bene del club.
La convinzione di aver subito un’immane ingiustizia con la penalizzazione nello scorso campionato, o magari la maturità raggiunta quest’anno, in un mix riuscitissimo di giovanissimi e giocatori esperti. Forse le risposte sono un po’ tutte queste, o probabilmente altre ancora. Ma spesso di razionale il calcio ha davvero poco e sfugge a ogni razionale riflessione umana. Dopotutto, come disse lo stesso Max Allegri, il calcio lo inventato il diavolo e per questo impossibile da capire fino in fondo.