Non ha rimpianti, Daniel Boloca. Il centrocampista del Sassuolo si sta rendendo protagonista di un grande campionato, con prestazioni sopra la media e una maturità superiore a quella di un comune classe 1998. Boloca, cresciuto nella Juventus, non ha appunto rimpianti per come è andata con i bianconeri: in un’intervista esclusiva a Cronache di Spogliatoio, il ragazzo ha raccontato di come non fosse affatto pronto per la realtà juventina:
La Juventus ha fatto bene a mandarmi via. Sono realista, fisicamente non ero pronto. Ho preso porte in faccia, ma senza lamentarmi. Non ero pronto per fare il calciatore. Nelle giovanili della Juventus quelli della Primavera scherzavano: “Tu non sei del 1998, sei del 2006!”. Ero un passo indietro a tutti. Il giorno in cui, dopo 6 anni, mi hanno comunicato che non sarei stato confermato, non l’ho presa male…me lo aspettavo.
Ma ho comunque ricordi bellissimi. Un giorno chiamarono noi degli allievi per un 3 vs 3 contro Morata e Barzagli. Mi inventai un gol suola-tacco, Alvaro rimase molto colpito e mi seguì su Instagram. In un’altra partitella mi beccai un tunnel devastante da Giovinco. Lui si girò e scherzando mi disse: «Oh, chiudile le gambe».
Quando sono tornato allo Stadium, è stato speciale. Un po’ perché mi hanno selezionato tantissime volte per fare il raccattapalle, ma anche perché io ero presente il giorno dell’inaugurazione. Non sugli spalti, in campo! La società mi aveva scelto come uno dei 39 bambini che sarebbero entrati con altrettanti palloncini per ricordare le vittime dell’Heysel.
Da piccolo sono cresciuto con Federico Gatti. La madre che ci preparava la merenda e noi che giocavamo dopo l’allenamento con i Pulcini del Torino. A fine settembre ci siamo ritrovati in Serie A, e ho vinto io. Sembra incredibile, ma la nostra è una storia che parte da lontano. Poi io sono andato alla Juventus e lui ha iniziato il suo percorso. Ci siamo persino affrontati in Serie D, in un Verbania-Fossano. E poi ci siamo ritrovati a Frosinone