“Con la Coppa Uefa, quando ce l’avete rubata. Gol annullato a Laudrup e rigore inesistente. Gli arbitri mangiavano la pizza a Mergellina”. Con queste parole, tra l’ironia e il beffardo, Stefano Tacconi col suo fare da guascone parlava a una nota radio napoletana qualche anno fa, riferendosi alla famosa partita Napoli-Juventus, valevole per il ritorno dei quarti di finale della Coppa Uefa 1988-1989.
A Torino l’andata era terminata 2-0 per i bianconeri e allo stadio San Paolo i partenopei ribaltarono il risultato con un 3-0 dopo i tempi supplementari. Gli azzurri vinsero poi la competizione battendo lo Stoccarda in finale. Eppure quel ritorno dei quarti al San Paolo di Napoli per molti è caduto nel dimenticatoio, fatta eccezione per le lodi e l’entusiasmo della rimonta partenopea. Cosa alquanto curiosa, in un paese che ha spesso la memoria lunga su presunti torti arbitrali, visto che ancora si parla del gol di Turone e del contatto Ronaldo-Juliano a distanza di anni, come episodi che hanno segnato e macchiato indelebilmente la regolarità di quelle partite.
Eppure quella sfida al San Paolo tra Napoli e Juventus non era una partita qualunque. In ballo c’era il passaggio al turno successivo di una competizione, la Coppa Uefa, che in quegli anni aveva forse la difficoltà che oggi presenta la Champions League. Per il Napoli fu una partita entrata nella leggenda, non solo per aver eliminato l’odiata rivale, ma perchè spianò il cammino degli azzurri fino alla vittoria finale. Eppure di quella combattuta partita troppe volte sono passati sotto silenzio episodi che oggi con l’utilizzo del Var neanche sarebbero definiti dubbi, ma nettamente irregolari. In un paese che fa della polemica calcistica il suo pane quotidiano e del complotto di arbitri e palazzo un suo dogma, quello che segnò la partita del San Paolo di Napoli ancora oggi è discusso solo fra i tifosi Juventini che seguirono l’incontro e che videro la loro squadra defraudata in modo decisivo, al punto da essere eliminata.
Infatti dopo pochissimi minuti Michael Laudrup andò in gol grazie a un’azione in verticale, rete che avrebbe probabilmente chiuso i giochi visto il risultato dell’andata, ma che venne inspiegabilmente annullata per un fuorigioco del giocatore danese. Una decisione questa che ai più parve senza senso, cosa poi confermata dalle moviole. Gol che oggi sarebbe stato convalidato dal var senza alcun dubbio. Il Napoli, dopo lo scampato pericolo, andò in rete dimezzando lo svantaggio grazie a un calcio di rigore procurato da Antonio Careca, episodio anche questo che suscitò perplessità. Sul risultato di 2-2 le squadre arrivarono ai supplementari e al minuto 119 Alessandro Renica siglò il gol decisivo che qualificò gli azzurri.
Peccato che anche su questo ci siano parecchie nubi, anzi forse il cielo era completamente coperto visto che il fallo di mano di Careca che permise a Renica di battere a rete era parecchio evidente. Insomma una partita maledetta per la Juventus e che ancora oggi è motivo di orgoglio per il Napoli, sebbene poco si parli purtroppo dei tanti episodi che la segnarono in maniera evidente. Sono passati più di 30 anni e a parlarne oggi sono solo gli juventini, mentre quella Coppa Uefa fa bella mostra di sé nella bacheca del Napoli, insieme allo scudetto vinto del 1989-1990, ottenuto grazie al famoso episodio della monetina di Alemao e a quello del 2022-2023, campionato segnato da diverse anomali, come il Mondiale giocato a novembre e la discussa penalizzazione della Juventus a stagione in corso. Ma la “Juve ruba” recitano indomiti gli antijuventini, in un paese che vive di complotti e polemiche intorno al Calcio. Complotti e polemiche però che per una volta non toccarono quel Napoli-Juventus di Coppa Uefa. La propaganda, ripeteva un celebre statista del passato, è la sola cosa che può trasformare gli ultimi in primi e i deboli in forti, poiché sa rendere verità la menzogna.