C’è da valutare quanto meno la possiblità che avvenga. Premettiamolo: normalmente, superati i 27 o 28 anni, un giocatore è già formato ed è difficile che esploda a scoppio ritardato. Tuttavia, nella storia del calcio, ciò avviene in taluni casi. Come quello di Andrea Barzagli, diventato letteralmente, tra il 2010 e il 2014, il miglior marcatore al mondo, colonna sia della nazionale che della stessa Juventus.
Oggi, chiunque ne parli, lo ricorda giustamente così. In pochi però hanno memoria di gran parte della “vita precedente” di Barzagli, che raccontava di un difensore di prospettiva ma che nessuno avrebbe immaginato ai massimi livelli mondiali. Anzi. Il futuro centrale bianconero si era fatto notare negli anni di Palermo ma – soprattutto in nazionale – la sua carriera non era mai decollata. Convocato ai Mondiali vittoriosi del 2006, venne pesantemente criticato nella sua apparizione agli Europei del 2008, in cui la nazionale uscì ai quarti di finale contro la Spagna.
Il valore di Barzagli era ritenuto talmente medio – se non addirittura deludente – che il Palermo se ne liberò senza troppi complimenti cedendolo al Wolfsburg, in Bundesliga. In un’epoca in cui la Serie A, pur già in crisi, era ancora un torneo tutto sommato attraente e non così inferiore alla concorrenza straniera come oggi. In Germania accadde qualcosa: Andrea diventa colonna di una squadra che nel 2009 vince il campionato tedesco, e dopo due anni torna in Italia, alla Juventus, consacrandosi a tutti gli effetti come un difensore centrale di razza, addirittura il migliore del ruolo all’epoca insieme al brasiliano Thiago Silva.
La domanda sorge quindi spontanea: perché Daniele Rugani non potrebbe seguire lo stesso percorso, per quanto non si possano esprimere certezze a riguardo? La storia dimostra che l’esplosione tardiva può avvenire, Daniele sta giocando da un po’ a dei livelli e con una sicurezza che forse non aveva mai mostrato, certamente motivato dalla fiducia manifestatagli da Massimiliano Allegri, ma anche con l’atteggiamento di chi, dopo tanta gavetta, forse ha compreso finalmente le proprie potenzialità.
Se potrà avvenire una seconda metamorfosi “alla Barzagli” ce lo potrà dire solo il tempo. Intanto il consiglio è di continuare a dare fiducia al ragazzo, perché nel calcio – come nella vita – davvero non si sa mai.