Parliamoci chiaramente e senza peli sulla lingua: sabato scorso, dopo la partita Juventus-Verona, terminata 1-0 a favore della squadra di Massimiliano Allegri, i tifosi juventini per una sera pensavano di aver capito cosa significa essere tifosi di altre squadre. Si, perché qualsiasi tifoso bianconero dopo quella partita era convinto di aver subito un danno incredibile, essere stato vittima di torti arbitrali assurdi e quindi bersaglio dei giochi di potere del famigerato Palazzo. Quindi per una volta gli appassionati della Vecchia Signora avevano assaporato lo stato d’animo di altre tifoserie, come quelle di Inter, Napoli, Roma famose per sentirsi vittime da immolare sul grande altare del Palazzo e da sempre povere vittime da mandare al macello per chissà poi quale oscuro complotto.
Perché, appunto, durante Juventus-Verona di sabato sera l’arbitro e il Var avevano annullato due gol ai bianconeri: il primo per il fuorigioco del tacchetto di Moise Kean, ben oltre la figura del suo marcatore per uno o due millimetri, mentre il secondo per un fallo subito dal giocatore veronese Faraoni durante l’azione che ha portato poi alla rete juventina. Due decisioni che hanno fatto parecchio riflettere, perché se nel primo caso la tecnologia Var compie un vero e proprio prodigio arrivando a rivelare il tacchetto di Kean oltre la riga che delimita il fuorigioco, nel secondo hanno destato scalpore le immagini che ritraevano Faraoni tutto preso nel seguire lo sviluppo del gioco dopo il presunto fallo subito, per poi crollare dolorante al suolo, guarda caso, appena la palla finisce in rete. Tutto ciò senza tirare in ballo un possibile rigore non fischiato ai danni di Federico Chiesa. Tutto ciò, alla fine della partita, ha fatto sentire i tifosi juventini finalmente vittima di non uno ma diversi errori arbitrali, di sviste assurde e perciò finalmente vedere il sogno di ogni vero appassionato bianconero: apparire sulle prime pagine dei giornali finalmente come parte lesa, con tanto di titoloni che gridano allo scando, che reclamano la testa dell’arbitro e che proclamano falsato il campionato.
Ma purtroppo il risveglio per gli juventini ha solamente fatto naufragare questi sogni di gloria. Infatti, come un fulmine a ciel sereno, il Procuratore Federale, da sempre attento e zelante a garantire il giusto andamento del calcio soprattutto quando c’è di mezzo la Juventus, forse incitato o insospettito da qualche irriducibile giornalista che ha fatto dell’antijuventinità la sua ragione di vita, ha pensato bene di richiedere gli atti della partita Juventus-Verona, in merito alla presunta condotta violenta di Federico Gatti ai danni di Milan Djuric, per una possibile squalifica. Immaginate lo sgomento e la delusione dei tifosi bianconeri che, dopo una notte trascorsa a sentirsi vittime di un errore arbitrale, si risvegliano scoprendo invece di essere loro dalla parte del torto, visto che Gatti doveva essere espulso?
Ovviamente il giudice sportivo, facendo valere il diritto, quel diritto troppe volte denigrato dalla Giustizia Sportiva e usato senza criteri chiari (o forse fin troppo chiari quando si tratta di una certa squadra bianconera…) ha rigettato la richiesta del Procuratore Federale, con la più chiara e sacrosanta spiegazione, fornito dallo stesso direttore di gara di Juventus-Verona. L’arbitro infatti aveva valutato e sanzionato in campo l’episodio tra Gatti e Djuric con un calcio di punizione diretto. Dopo ciò vien da chiedere: ma alla Procura Federale conoscono le regole? Sanno che un fallo segnalato in campo dall’arbitro non può essere soggetto a prova tv e squalifica retroattiva? Naturalmente in questa sede siamo certi che il Procuratore Federale e il suo staff conoscano perfettamente il regolamento. E questa forse è la cosa più grave e inquietante. Alcibiade di Atene diceva: “Lo stato garantisca per l’imparzialità delle leggi, altrimenti nessun uomo sarà al sicuro dall’uso che ne faranno i tiranni”.