Il parroco Don Giuseppe Marinoni, dopo la sua infelice battuta sulla Juventus, chiede scusa in una lettera, tirando in ballo goliardia e scherzo.
San Bernardo di Chiaravalle diceva che guardando un chierico non si vede l’uomo, imperfetto e miserevole, ma la tonaca che indossa e la chiesa a cui serve. Parole verissime e questa storia sembra confermarle in pieno.
Dopo il tentativo di furto avvenuto il 18 gennaio del 2024 nella Santa Gianna Beretta Molla di Pontenuovo a Magenta (Milano), quando alcuni ladri hanno cercato di rubare la campana di bronzo, il parroco Don Giuseppe Marinoni ha ben pensato di sdrammatizzare, a suo modo, il brutto episodio, definendo i colpevoli di essere juventini.
Una battuta da bar, sicuramente di cattivo gusto e forse anche alquanto banale da parte del parrocco, a quanto pare molto appassionato di calcio, forse anche troppo e tifoso interista. Lascia un po’ perplessi che una simile uscita sia stata fatta da un uomo di chiesa, ma come detto non basta un abito, anche se clericale, per trasformare un uomo in un santo o un beato. Siamo quindi tutte persone con propri pregi e difetti e il calcio spesso fa in modo che le nostre carenze peggiori spuntino fuori.
Il parroco chiede scusa dopo la sua battuta contro la Juventus
Juventus, il parroco chiede scusa dopo la battuta di cattivo gusto.
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A segnalare il cattivo gusto della frase di Don Marinoni è stata la sempre vigile e attenta Jdentità Bianconera, che tanto sta facendo per tutelare i colori e i tifosi della Juventus, in un paese che prende il calcio un po’ troppo sul serio e il più delle volte vede nella squadra bianconera il motivo della propria frustrazione e insoddisfazione sportiva. Don Marinoni si è subito scusato, giustificandosi di aver voluto sdrammatizzare con una battuta. Nessuno ovviamente vuol dubitare della buona fede del parroco, anche per il rispetto dell’abito che indossa, ma simili affermazioni spesso sono seme di odio, di polemiche e soprattutto di una cattiva informazione.
Sul sito della fondazione Jdentità Bianconera è possibile leggere il testo di questa lettera, come prova non solo delle scuse del chierico, ma anche dei risultati che la fondazione J B sta ottenendo, visto che sempre più spesso i suoi legali intervengono in programmi televisivi o su articoli per tutelare il buon nome della Juventus, dei suoi azionisti e di tutti i suoi tifosi sparsi per il mondo.