Il “secondo” mandato in panchina bianconera di Max Allegri è su tinte decisamente differenti rispetto al primo…
A questo punto, è difficile non tracciare un bilancio. Sebbene sul fronte della tifoseria ci sia sempre una spaccatura, con la Sud fedelissima e sostenitrice da sempre del tecnico. Ma il “secondo mandato” di Max Allegri sulla panchina della Juventus è oggettivamente ben diverso dal primo. Per intenderci, parliamo del periodo tra il 2014 e il 2019 quando, subentrato ad Antonio Conte, il tecnico livornese guidò una squadra in grado di vincere cinque scudetti e di arrivare per ben due volte alla finale di Champions League.
Max Allegri, il “secondo mandato”
Juventus, il “secondo” Max Allegri come va? Il bilancio degli ultimi tre anni
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Che sia impossibile non aprire nemmeno la questione è evidente anche dall’edizione odierna di Tuttosport, che si concentra parecchio proprio sull’allenatore e sui risultati del suo ritorno in bianconero, avvenuto nel 2021 dopo i due anni di “riposo” successivi al precedente addio. Tre stagioni che, per una società come la Juventus, cominciano ad essere tanti. Per carità, negli anni Ottanta, dopo l’addio di Michel Platini, si digiunò per nove anni in campionato. Ma diciamo che l’andazzo non è esattamente confortante, sebbene nella prima parte di questa stagione (similmente a quanto era accaduto nella scorsa, con l’importante variabile della penalizzazione che aveva di parecchio scombussolato l’ambiente) si sia viaggiato a vele spiegate. Più che altro, un elemento che sembra perturbare l’animo di molti è quello della mancanza di autocritica sulla gestione, ritenuta non appropriata in un momento come questo. La Juve, nel terzo anno del “secondo Allegri” stenta a uscire da una crisi iniziata ormai un mese e mezzo fa. E da due anni non vince nulla. Resta la speranza della Coppa Italia: per riuscirci, la Signora dovrà eliminare la Lazio nella doppia semifinale. Altrimenti il bilancio potrebbe essere più negativo di quanto ci si sarebbe aspettato…