Nulla da dire sulla stagione obiettivamente straordinaria di Alvaro Morata, 31 anni, ora all’Atletico Madrid e capocannoniere in Champions League.
Un giocatore che – questo va detto – abbiamo esaltato per anni come un fenomeno e per gran parte della carriera non ha dimostrato di essere tale, pur non discutendo il suo valore sicuramente sopra la media. Ora Alvaro, su una inziale e graduale via della pensione, sta facendo ciò che non ha mai fatto. Andando ben oltre le sue indiscutibili doti talentuose.
Dusan Vlahovic è oggi nella posizione di Morata ai primi tempi bianconeri: è un talento indiscutibile, ma in costruzione. Che forse, come prima punta, ha potenzialità ben più devastanti. Eppure la Juventus tentenna – sia per attività del suo allenatore che della società – a puntare seriamente sul ragazzo e a metterlo nelle migliori condizioni per rendere al meglio.
Massimiliano Allegri sta faticando a dare minuti all’attaccante serbo dopo la fase di infortuni accorsa nel mese di ottobre, probabilmente anche ossessionato da una cautela per la condizione di forma che però può essere un’arma a doppio taglio: senza giocare, banalmente è difficile tornare in forma. Il serbo era partito col botto, per farlo tornare a quei livelli servono minuti, fiducia e partite.
Dusan è un grande talento, ha tutto: eppure perfino il rinnovo è a rischio. Problemi di soldi, si dice. E va benissimo. Forse però sarebbe il caso – se proprio è necessaria accortezza ai bilanci – provare a concentrarli su un giocatore dalle prospettive assolute, senza distrarsi per recuperare un 31enne che indubbiamente sta facendo benissimo ma che davanti a sé non ha senza dubbio la primavera.