Dopo il Derby della Mole, ecco i nostri voti e le pagelle per i giocatori della Juventus:
Szczesny: 6. Giornata di ferie per il polacco. Contro il Toro capita spesso…
Gatti: 7. Il gol di rabbia che stappa la bottiglia del Derby. Rete di prepotenza, assolutamente regolare; ma il Var, quando c’è da indagare sulle marcature della Signora, è sempre decisamente…pignolo. Ma stavolta nemmeno con la lente d’ingrandimento si poteva annullare questa rete. Che riscatto per il ragazzo dopo quella follia contro il Sassuolo…
Bremer: 6,5. Sicurezza e tranquillità, se Zapata sembra invisibile è tutto merito suo. Finisce il match con un turbante di Chielliniana memoria: le good vibes sono le stesse.
Danilo: 6,5. Serviva una partita da Capitano in un Derby. E l’ex Manchester City risponde presente: sempre attento, sempre sul pezzo.
Weah: 5,5. Partita da compitino, pochi guizzi. Soffre troppo la fisicità granata.
McKennie: 6. Ordinato e senza scossoni.
Locatelli: 6. Poteva fare meglio. Allegri aveva parlato in conferenza stampa della necessità di giocare un match di qualità. Lui non lo ascolta e sbaglia una quantità elevata di palloni. Però c’è un dettaglio non da poco che gli consente di arrivare alla sufficienza: gioca con una intensità ed una voglia degne della stracittadina. Il pubblico lo vede e lo apprezza.
Rabiot: 6. Sufficienza stiracchiata. Il francese ha fatto vedere l’anno scorso le sue qualità, in questa stagione sembra ancora imballato.
Kostic: 7. Finalmente torna sui suoi livelli. Sgroppate e sostanza, è suo l’assist per la rete di Milik. Torna a referto dopo troppe partite di vuoto. (subentrato, Cambiaso: 6).
Miretti: 5,5. Troppo poco per arrivare alla sufficienza. Peccato, l’occasione per far bene era ghiotta visto il ruolo inedito cucitogli addosso da Allegri. (subentrato, Milik: 7,5. Una sentenza. Entra, segna; un leitmotiv a cui il polacco ci ha abituato. E va benissimo così…)
Kean: 7. Avrebbe meritato il gol, peccato. Si sbatte, ci prova, tiene il pallone, fa salire la squadra, non fa quasi sentire la mancanza di Vlahovic. Esce e trova la standing ovation dello Stadium: non è da poco. (subentrato, Yildiz: 6)