Mancano ormai meno di 24 ore al fischio d’inizio tra Milan-Juventus. Un big match prestigioso, in cui si confronteranno due squadre ricche di storia e gloria. Sono tante le partite disputate contro i rossoneri che noi tifosi ricordiamo con estrema gioia, ma una in particolare assume connotati diversi, che ci costringe a ricordarla con estremo dolore: Juventus-Milan, finale di Champions League giocata all’Old Trafford di Manchester il 28 maggio 2003. Partita che entrò nella storia, per essere la prima finale di Champions League che vedeva protagoniste due squadre italiane.
La Juve di Lippi era una squadra tosta e completa, in campionato era riuscita a volare, chiudendo l’annata da campione d’Italia con 11 punti di vantaggio sul Milan. Distacco sostanziale tra Juventus e Milan, che vedeva la Vecchia Signora nettamente favorita alla vittoria della Champions. Il Milan non era inferiore ai bianconeri a livello tecnico-tattico, ma in campionato non era riuscito a dominare e le statistiche favorivano i bianconeri. In aggiunta, i rossoneri raggiunsero la finale di Champions pareggiando quasi tutte le gare a eliminazione diretta, guadagnando l’accesso alla finale grazie alla regola del gol fuori casa contro i cugini. Insomma, tanta fortuna e buona sorte per il Milan di Carlo Ancelotti, ex dirigente tecnico dei bianconeri. L’unico elemento a sfavore per gli uomini di Lippi era l’assenza di Nedved, out a causa di un’ammonizione rimediata nei minuti finali durante la semifinale giocata contro il Real Madrid.
Lippi decise di colmare l’assenza del biondo, utilizzando lo schema 4-4-2. Le sue scelte non furono esaltanti, poiché il Milan si dimostrò sin da subito più cattivo e decisivo, nonostante qualche episodio pericoloso da parte nostra. La vera sfida si percepiva soprattuto tra i pali, da una parte l’insuperabile Gianluigi Buffon e dall’altra il brasiliano Dida, che ai tempi stava vivendo uno dei momenti più brillanti della sua carriera. Dopo un gol annullato a Sheva, nel secondo tempo Antonio Conte sfiora l’1-0 colpendo la traversa.
L’ansia cominciava a salire e la delusione di non essere riusciti a chiudere la partita prima del 95′ era tanta. L’obiettivo rimaneva sempre lo stesso: alzare la coppa. Il vincitore si decide ai rigori, Buffon para due rigori, Dida 3. L’ultimo rigore lo calcia il rossonero Sheva, che spiazza Buffon e permette al Milan di vincere la sua sesta Champions League.
La finale tutta italiana rimane indubbiamente la partita più sofferta dalla Juventus e dai tifosi. Le aspettative erano alte e chiunque si sarebbe aspettato un andamento diverso della gara, considerando l’importanza della competizione. Amarezza e delusione continuano a pervadere la mente di ogni juventino, c’è chi spera ancora che quella partita sia stata solo un brutto sogno e c’è chi pensa che con la presenza in campo di Nedved quella finale si sarebbe tinta di bianconero.