La madre di Nicolò Fagioli non ci sta. Non a non riconoscere le responsabilità del figlio, ovviamente, ma a subire il tritacarne mediatico in cui è finito il figlio. Cosi la signora Laura Menchi, come riporta Tuttomercatoweb, si sfoga. “La verità è che in questa vicenda siamo tutti vittime”, dice, dopo il pieno appoggio della Juventus stessa, che non ha ridotto al minimo salariale lo stipendio del ragazzo, decidendo di affiancarlo anche nel percorso di recupero.
La signora è laconica, ma nell’amarezza piuttosto diretta: “Verrà il momento di raccontare”, insiste. La segue l’avvocato Sara De Micco, vicepresidente dell’associazione And, Azzardo e nuove dipendenze, che in tutta Italia dal 2007 ha seguito oltre 8 mila persone con problemi di gioco. Elogiandola: “A una madre così bisogna solo dire brava. In oltre vent’anni di esperienza nella cura delle ludopatie abbiamo imparato che solo i famigliari hanno un ruolo veramente salvifico per i giocatori patologici”.
Nicolò Fagioli sarà squalificato, come era ovvio, secondo le modalità previste dalla sentenza, per la quale è stato condannato al pagamento “della sanzione di € 12.500 dodicimilacinquecento/00) di ammenda, e di 12 (dodici) mesi di squalifica, di cui 5 mesi commutati nelle seguenti prescrizioni alternative: 1) Partecipazione del Sig. FAGIOLI ad un piano terapeutico della durata minima di mesi 6 (sei) finalizzato alla cura della ludopatia; 2) Partecipazione del Sig. FAGIOLI ad un ciclo di incontri pubblici, nel numero minimo di 10 (dieci) nel periodo di cinque mesi. Sulla corretta attuazione del piano terapeutico e dell’obbligo di partecipazione ad incontri pubblici vigilerà la Procura Federale della FIGC che, in caso di accertate violazioni da parte del Sig. FAGIOLI, adotterà i provvedimenti di propria competenza ai sensi del vigente C.G.S.”.