Uno sguardo su Nicolussi Caviglia, giovane centrocampista bianconero, e la sua personalità decisamente sorprendente
Hans Nicolussi Caviglia si confessa in una bella intervista pubblicata su Repubblica. E lancia tanti temi, anche extracalcistici. Certamente, tra quelli calcistici c’è la sua passione storica per Johann Crujff: “Mi ha sempre affascinato, ho visto tutti i video e letto tutti i libri che lo riguardano. E mia sorella mi ha fatto
conoscere i suoi luoghi olandesi, sono stato più volte a vedere l’Ajax. Di lui mi ispirano le idee che hanno
rivoluzionato il calcio e fissato dei canoni all’avanguardia. La sua frase che preferisco è: la creatività non fa a pugni con la disciplina”. Questo perché Hans voleva il numero 14, ma non poteva averlo: da lì la scelta di “capovolgerlo” nel 41, sempre memore del suo idolo
Nicolussi Caviglia, un calciatore “intenditore”
Juventus, Nicolussi Caviglia il “talento colto”, tra letture di Dostojevskij e brani di Guccini
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Hans, perché ti chiami Hans? Risponde così al cronista: “Piaceva a papà, che è di origini cimbre e appassionato di cultura germanica. Mamma è invece ligure e fa l’attrice, mentre mia sorella Mila
vive in Olanda ed è ballerina di danza classica. Papà è guardaparco e sono cresciuto in un borgo della
Valsavarenche, Dégioz, a 1800 metri: il mio imprinting sono i boschi, da bambino facevo le gare di sci ed ero
bravino, ma poi ho scelto il calcio. Adesso sciare non posso più, ma torno sempre a passeggiare sulle mie
montagne. È un’altra aria”.
Ex aspirante sciatore, il talento della Juventus è anche appassionato di letteratura russa e di musica impegnata. “I miei mi hanno insegnato il valore della cultura prima che me ne appassionassi per conto mio.
Arricchiscono il tempo che non passi in campo e una poesia può darti un appiglio nei momenti difficili».
Poi aggiunge: “Vorrei affrontare Dostoevskij dai partire dai Fratelli Karamazov”. Per non parlare della passione per Guccini. Che dire, continua così, Hans.