L’inchiesta sulle Curve di Inter e Milan si allarga, ecco come alcuni picchiatori professionisti sfruttavano le amicizie con i vip…
L’inchiesta sulle Curve dell’Inter e del Milan si allarga ed esce dai perimetri del Giuseppe Meazza. Adesso sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura anche alcuni rapporti extra stadio. Infatti la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) e la Squadra Mobile di Milano stanno provando a smantellare gran parte degli illeciti commessi da alcuni esponenti delle curve milanesi.
L’inchiesta ha portato a 18 arresti (16 più due ai domiciliari), ma non è finita qui. Ci sarà da capire anche l’eventuale coinvolgimento di altri personaggi, più o meno conosciuti, all’interno della vicenda. La curva in generale viene vista come la parte più estremista e violenta del tifo, e c’è da dire che i capi ultras non fanno nulla per far cambiare idea alla società. Pizzo, estorsioni e aggressioni sono solo alcuni dei reati contestati o commessi in questi anni.
E’ questo quello che fa storcere il naso, tifosi interisti e milanisti che entrano insieme a San Siro prima e dopo il derby. Ma le rispettive curve fanno finta di tifare perché maggiormente interessate al business dei biglietti. Cosa molto simile all’inchiesta Alto Piemonte, con infiltrazioni della ‘ndrangheta per i biglietti con estorsioni e scommesse clandestine.
Il derby di Milano diviso tra due tifoserie sane e senza scontri, ma con delle Curve al centro di vicende giudiziarie
Inchiesta Curve: da picchiatori professionisti ad amici dei Vip. Ecco come operavano gli ultras di Inter e Milan
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Adesso è il turno di Milano, personaggi noti alle forze dell’ordine da anni che hanno collezionato DASPO (Divieto di Accesso alle manifestazioni SPOrtive) e condanne legate ad aggressioni e precedenti legati alle droghe. Il Corriere della Sera ripercorre anche alcuni luoghi di incontro e personaggi famosi, grazie ai quali ostentare la propria rete di conoscenze. I privé del Tocqueville, The Clube e Old Fashion erano gettonatissimi per alcuni ultras, soprattutto se in compagnia id personaggi famosi. Alcuni di loro postavano nelle storie di Instagram le foto in compagnia del vip di turno per (come dicevamo prima) ostentare la propria importanza.
L’ultimo episodio in ordine cronologico è stato quello relativo alla lite fuori dal The Club tra il personal trainer Cristiano Iovino e Fedez. Risolta dopo una visita del rapper a casa del capo della curva del Milan Luca Lucci. I Vip erano il modo per far sapere a tutti che loro contavano qualcosa. Come la foto proprio di Luca Lucci con Matteo Salvini (a quel tempo Ministro dell’Interno). Tutto da circoscrivere nel biennio 2020/2022 (quello tra lockdown e post Covid-19), quando senza pubblico negli stadi non si vendevano biglietti. Quindi il proficuo business non poteva fruttare. Le vacanze in Costa Smeralda, la bella vita fatta di spese folli doveva essere messa da parte.
Nelle carte della Magistratura non manca nessun nome noto, o quasi. Infatti risultano Lazza, Emis Killa, Gué Pequeno, Fedez e Tony Effe. Non come persone indagate ma come cimeli per il tifo organizzato da sventolare per mostrare a tutti la loro rete di conoscenze. Insomma avere un amico importante, in certi ambienti, rende importante per osmosi anche chi quell’amicizia la ostenta.
A casa di Emis Killa gli investigatori della Mobile hanno sequestrato circa 40mila euro in contanti, un manganello telescopico, tre tirapugni, sette coltelli e un taser. Nel corso della perquisizione nell’abitazione di Luciano “Ciano” Romano, uno degli ultrà rossoneri arrestati, è stato invece trovato un caricatore di una semiautomatica con sei cartucce inserite.
C’è anche un altro episodio ricostruito negli atti dell’indagine. L’11 aprile, alcuni tifosi rossoneri hanno aggredito uno steward che si era opposto all’ingresso di spettatori senza ingresso. Tra gli identificati c’era anche Emis Killa, con Roberto Bonissi, Christian Rosiello, Islam Hagag alias Alex Cologno, Fabiano Capuzzo, Daniele Cataldo, Francesco Lucci e Alessandro Sticco.
Come si legge anche nell’ordinanza della procura, i Commandos Tigre si sciolsero nel 2016 in seguito a un agguato teso dopo un Samp-Milan da altri sedicenti tifosi rossoneri. I nomi dei quali sono oggi noti alle cronache, che si avvalsero di picchiatori professionali provenienti da una palestra di pugilato frequentata da estremisti di destra.
I gangster del nuovo millennio dominano gli stadi da anni con la loro aura permeata di violenza e atti illeciti gli ha permesso di prendersi tutto quello che volevano senza chiedere. O almeno così è stato fino ad ora.