La notizia del possibile ritorno di Federico Bernardeschi alla Juventus fa riflettere. Inutile negarlo. E non sono pensieri positivi, se ci concentriamo su un tema piuttosto dirimente, ovvero quello del “ritorno”.
Perché diciamola tutta, i “ritorni” difficilmente portano risultati positivi. Quanto meno, se pensiamo alla storia bianconera, recente come più remota. Si pensi al ritorno di Leonardo Bonucci dopo l’esperienza di una singola stagione al Milan nel 2017/2018. Non era lo stesso Bonnie, nonostante dopo il rientro fosse titolare indiscutibile della squadra. Ma la Juventus, quella Juventus, avrebbe iniziato la sua parabola dopo il decennio dei record.
Oppure il caso di Paul Pogba, partito nel 2016 alla volta di Manchester come astro nascente del calcio mondiale e tornato nel 2022 come un fantasma. Due stagioni opache, poche presenze, lontano ricordo del campione che precedentemente aveva lasciato Torino attirato dalle sirene inglesi. Male anche il ritorno di un gigante come Gigi Buffon, partito nel 2016 per il Paris Saint Germain e tornato l’anno dopo, ormai sulla via del definitivo pensionamento (per lo meno da certi livelli). Forse l’eccezione è Alvaro Morata, eccessivamente esaltato semmai nella prima incarnazione in bianconero e tornato su livelli decisamente più proficui – soprattutto in termini realizzativi – per le due stagioni tra il 2019 e il 2020.
Ma diciamo che l’eccezione conferma la regola. Qualcuno, tra i denti, vorrebbe pure il ritorno di Paulo Dybala: ma quella è una storia che concerne il valore del calciatore. Ciò detto, tutto ciò fa pensare banalmente ai possibili esiti di un eventuale ritorno di Bernardeschi: quante probabilità ci sono che siano positivi?