Emiliano Viviano “difende” Federico Chiesa. Non da un attacco diretto, ma quasi. La bagarre si verifica durante una diretta su Tv Play a cui partecipa, tra gli altri, anche Mario Balotelli.
La premessa è che Albert Gudmundsson pare il nuovo Pelè, Maradona o scegliete voi pure il campione del calcio che più iconicamente vi ispiri. Un fase intermedia a questa premessa è che nessuno vuole esprimere sentenze negative sul calciatore islandese attualmente al Genoa, così come nessuno vuole negare l’inizio di stagione notevolmente positivo del “ragazzo” (il virgolettato non è casuale in gergo calcistico, visto che ha 26 anni e fino ad oggi non ha mai fatto nulla di rilevante, a parte una stagione scorsa in serie B sempre con la maglia gialloblu di buonissima fattura che però vale a correnti alternate a seconda se si parli di calciatori italiani o stranieri: un Ciccio Caputo, anni fa, peraltro giovanissimo e non a metà carriera, si mise in luce proprio nella serie cadetta ma finì alla Salernitana, sempre in serie minore, e non certo trattenuto in Serie A con tutta questa visibilità mediatica, questo tanto per fare un esempio). Una conclusione di questa premessa è che ciò che si contesta, più che gli elogi a Gudmundsoon, sia la fretta con cui si sta decretando il nuovo campione del futuro.
Ovvero: Gudmundsoon può anche essere forte, ma tutta questa “velocità” nel decretarlo futuro candidato al pallone d’oro su cosa si basa? Su ben poco, considerando la carriera dell’islandese fino all’anno scorso anonima: non solo in termini di squadre con cui ha giocato (elemento di cui ci può interessare fino a un certo punto) ma proprio come numeri e prestazioni: in campionati ben peggiori di quello italiano, l’attaccante non ha mai brillato come in questo anno e mezzo scarso nel Genoa, ed è un dato di fatto. Talento che “si scopre” in ritardo? Può darsi. Nessuno – lo ripetiamo – vuole negare che vi siano delle capacità e che le abbia messe in campo (a differenza di tanti che lo fanno eccome, soprattutto per i calciatori italiani). Ciò che si contesta è la “fretta” di cui sopra nel decretare olimpi, del tutto speculare a quella di forza uguale e contraria nel decretare scarsezza o inadeguatezza dei calciatori italiani.
Si pensi al nostro Federico Chiesa (al centro delle voci sul rinnovo con Madama) e a quanto sta pagando – ancora oggi – tale atteggiamento, nonostante le prestazioni e il livello di prolificità (quando qualcuno ha avuto la buona pace di schierarlo in attacco, chiaramente). Nella cultura sportiva italiana, qualcuno – seppur raro – se ne accorge. Emiliano Viviano è uno di questi. Nella diretta citata in apertura, Viviano contesta uno dei partecipanti, En3rix, il quale si lancia a paragonare l’islandese all’italiano, nonostante il curriculum non abbia alcun tipo di paragone: Chiesa, dice giustamente Viviano, gioca da anni nella Juventus e ha fatto vincere all’Italia un Europeo. Gudmudsson cosa ha fatto? Finora nulla. Magari farà. Ma la fretta da cosa nasce?