Lo scandalo scommesse “iniziato” da Nicolò Fagioli ha portato a conseguenze che conosciamo tutti: squalifica, anche se ridotta, e un periodo di riabilitazione. Il calciatore si sta curando con l’assistenza di uno psicologo per affrontare il problema della dipendenza dal gioco. Quest’ultimo ha espresso delle dichiarazioni riportate su TuttoJuve, asserendo l’importanza della attuale situazione con la società come sostegno al suo paziente. Secondo lo specialista in questione, Paolo Jarre, la dipendenza è “un problema per almeno 40 atleti, Troppi soldi, il gioco è come la droga. Nicolò in questo momento sa che non è solo, sa che la Juventus non lo abbandona. È un investimento in fiducia. È dare una prospettiva stabile alla sua carriera e direi alla sua vita, dando contenuto a quel vuoto interiore che Nicolò sentirà per i prossimi 7 mesi. Sapere che c’è qualcuno che non solo lo aspetta, ma che crede ancora in lui, può davvero salvarlo. Si sentono invincibili. Hanno una quantità di soldi enormemente superiore rispetto a quello che serve loro. Un medico dopo 30 anni di lavoro guadagna 4.500 euro al mese, loro 100 mila a inizio carriera. I soldi per questi ragazzi sono come delle fiches, in tasca è come se avessero denaro del Monopoli”.
Il rinnovo fino al 2028, insomma, potrebbe dare forza al ragazzo. Ma perché avendo praticamente tutto nella vita ci si rovina così? “Perché una puntata al gioco d’azzardo attiva nel cervello l’equivalente di una sostanza psicoattiva, è quasi una droga. Dà le stesse sensazioni di un gol, di un assist, di un rigore decisivo. Il lavoro che va fatto con i ragazzi ludopatici è diminuire i picchi e abituarli a spalmare quel piacere tramite gratificazioni che durano nel tempo”, conclude Jarre.