Per la Juve Federico Chiesa sta diventando fondamentale, e in effetti lo è già. In questo inizio di campionato mette la firma su quasi tutti i successi bianconeri ed è “semidecisivo” anche durante il naufragio di Sassuolo (dovuto più a debacle difensive che offensive) dove segna il momentaneo 2 a 2.
Non solo: anche quando non segna, è sempre nel vivo del gioco e da lui partono la maggior parte delle offensive. Un fatto avvenuto anche nel faticoso 1 a 0 contro il Lecce, dove a sbloccare la partita era stato Milik, ma Federico si era distinto per una mobilità e una capacità di trovare la profondità notevoli. Dopo il delirio di anni in cui il calciatore è stato relegato alle fasce laterali, il ruolo – finalmente – di attaccante sta permettendo ad Allegri di sfruttarlo per quelle che sono le sue caratteristiche.
E questo non può che essere un bene, per la Juventus come per la nazionale italiana. Non è casuale che la squadra si sia impantanata a Bergamo proprio in una gara dove il numero 7 bianconero non abbia brillato. Almeno in questo inizio di stagione, lo dicono i numeri e i dati, in modo quasi matematico (disciplina che nel calcio raramente si fa così esplicita): se non gira Chiesa, non gira neanche Vlahovic, e di conseguenza la Juventus intera.